sabato 16 gennaio 2016

“Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi” di Mario Natangelo

Renzi e l'U.E. - da il fatto quotidiano 



© 2015 Mario Natangelo e Magic Press Edizioni srl.

Un disegnatore disilluso, una militante infervorata: si incontrano, si piacciono, provano a vivere il loro amore all’epoca del grande rottamatore, Matteo Renzi. Si ritroveranno alle prese con una “House of Cards” all’italiana, tra assassinii politici, tradimenti, sedute psicanalitiche, attentati terroristici e improvvisi ritorni di fiamma. Chi non si adegua a questo Nuovo Mondo viene travolto. Anche l’amore. O forse no? Una parodia sui trentenni di oggi e sull’intimismo autoreferenziale della facebook generation, in cui politica e vita quotidiana si mescolano senza soluzione di continuità dando corpo ai sogni e alle paure di chi – come tutti noi – questo cortocircuito lo vive ogni giorno sulla propria pelle. “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”, il nuovo libro di Mario Natangelo, in cui il vignettista de Il FATTO QUOTIDIANO racconta sé stesso e il suo lavoro senza risparmiare nessuno. Nemmeno chi gli paga lo stipendio. [Dal comunicato stampa dell'editore]






Sul numero in edicola di Scuola di Fumetto, Sal Tascioni racconta – come non ho mai saputo fare io – il mio libro “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”:

Boris Battaglia osserva spesso come manchi ai fumettisti “la voglia” di raccontare la storia italiana contemporanea. Difficile si tratti di una coincidenza, che manchi a tutti i fumettisti l’occasione per essere storici del nostro tempo, e forse la causa va cercata proprio nelle peculiarità del presente. Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi è un libro a fumetti, forse un graphic novel, forse una raccolta di vignette, ma soprattutto è un libro di storia contemporanea. “Mario”, professione vignettista di un quotidiano, racconta la storia d’Italia dalla caduta di Berlusconi a oggi, riordinate in uno storyboard e intercalate dalle sue vicende personali. Il punto di vista dell’autore, mascherato da impertinente superficialità, è che la storia attuale è tanto più inconoscibile quanto più i fatti sono grotteschi e mostruosi, e proprio per questo è necessaria la vignetta satirica, per ricostruire il vero volto dei protagonisti, quello lontano da botox, twitter e telecamere. Annoto inoltre che il libro fa ridere, e potevamo finirla qui.


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